Imparare come creare i propri capi d'abbigliamento, a scuola di sartoria
Intervistiamo per Il Blog di Prontopro Barbara Carrù della Piccola Scuola di Sartoria.
1. Ci parli della sua attività di sartoria
Mi chiamo Barbara Carrù e sono insegnante nonché titolare della Piccola Scuola di Sartoria. Attualmente dirigo la scuola in un ampio studio in coworking e divido il locale con un architetto ma ho l'intenzione di trovare a breve uno spazio mio molto più grande. La scuola è versatile in quanto ha corsi sia per chi vuole imparare a cucire per se stessa sia per chi vuole apprendere il mestiere di sarta. Ai miei corsi partecipano allievi ambosessi ed ho corsi di diverso livello e diversa durata: base, intermedio e avanzato. Ho anche corsi one to one quindi personalizzabili a richiesta e a volte succede che arrivino da me ragazze di altre scuole per fare le esercitazioni loro assegnate. In tutte le lezioni si impara la teoria ma soprattutto la pratica, in quanto, trattandosi di un lavoro artigianale è necessario “saper fare”, quindi partiamo dalla modellistica fino alla realizzazione del capo finito. Si adoperano le varie macchine da cucire in base alla lavorazione che si deve fare e si cuce anche a mano ed ogni capo è unico ed originale. Non ci saranno mai due capi uguali. Ogni lezione dura circa 3 ore con frequenza mono settimanale.
I corsi si svolgono sia al mattino, dalle 9 alle 12, che alla sera dalle 19 alle 22, con un numero massimo di 5 allievi per corso, proprio per apprendere e recepire al meglio ogni lavorazione ed ogni disegno di cartamodello. Nella scuola sono presenti i vari strumenti necessari alla realizzazione del capo come: tavoli per disegnare, postazioni con macchine da cucire lineari e taglia cuci, manichino per prove, angolo dedicato allo stiro e tutto a disposizione delle allieve durante il corso. In tutti i corsi viene insegnata la sartoria artigianale, come una volta, e non industriale, prendendo le misure della persona applicandole al cartamodello scelto, per ottenere il capo finale. In seguito dopo varie prove, si tolgono eventuali difetti e lo si valorizza sulla persona stessa, terminandolo poi con la cucitura definitiva. Nella realizzazione industriale, invece, si prendono le misure standard e si cuce senza nessuna prova o verifica. La prassi della scuola scuola è far apprendere e trasmettere tutte le conoscenze, che a mia volta ho imparato nel tempo, alle allieve del corso. La bellezza di questo lavoro è che da un semplice taglio di stoffa puoi creare qualcosa di spettacolare e unico, la stoffa va toccata e maneggiata per capire quale indumento può diventare e quale sia la migliore esecuzione per darle maggiore valore. La sartoria è un’arte e come tutte le arti ci vuole tempo e pazienza per impararla.
Alcune allieve si approcciano alla scuola volendo già fare un cappotto anche se non sanno cucire oppure lavorare la seta per abiti suntuosi, ma in tutte le cose c’è una fase di apprendimento per poi passare step by step a lavori sempre più impegnativi e difficili, ecco nella mia scuola insegno da zero a fino dove desiderano arrivare… anche al cappotto! Spesso mi capita di collaborare con altre insegnanti per workshop che faccio durante l’anno, dove si unisce la sartoria con il ricamo, la pittura, il cucito creativo e maglia. Ovviamente la scuola è sempre in espansione ed il mio sogno è creare una scuola di arti e mestieri con lezioni non solo di sartoria ma anche di tombolo, ricamo, chiacchierino il tutto ovviamente con insegnanti qualificati che abbiano la voglia e la passione come me di tramandare il sapere.
2. Come e quando si è avvicinata al mondo della sartoria?
Mi sono diplomata insegnante nel 2014, ma già da molti anni prima lavoravo come sarta per parenti e amici, questa passione mi è stata tramandata da mia mamma e mia nonna che mi hanno insegnato a cucire, a lavorare a maglia, uncinetto, ricamo e tutto quello che riguarda questo mondo. Prima lavoravo part time in una società ed ero impiegata, quando l’azienda ha chiuso mi sono trovata a decidere cosa fare nella vita, mi sono rimessa a studiare e mi sono diplomata, ho deciso che non volevo tenere tutto il sapere per me e quindi ho aperto questa scuola per trasmettere le tecniche imparate. Nella mia carriera mi è capitato anche di lavorare pro bono per la realizzazione di costumi per un video musicale ed una sfilata di moda anni ’50 dove ho realizzato alcuni abiti. Lavoro anche free lance per un’agenzia che mi ingaggia quando c’è la settimana della moda. Lavorando per i grandi marchi sono sempre aggiornata sulle tecniche, le lavorazioni e i materiali nuovi sia per donna che per uomo. Anche i grandi marchi della moda italiana hanno una sartoria industriale e una artigianale, lavorando per loro posso sperimentare entrambi questi mondi e posso fonderli insieme per dare nei miei corsi sempre un pizzico di innovazione rimanendo nella tradizione. Questo è il futuro.
Amo molto lavorare stoffe che si possono maneggiare e piegare per creare contrasti e pieghe strane quindi che abbiamo uno spessore, mentre quelle sottili e leggere non le amo particolarmente perché il capo è molto più lungo da realizzare causa le tecniche che si devono adottate per lavorare stoffa così leggera e impalpabile e a me piace vedere in breve tempo come verrà fuori il capolavoro che sto lavorando. Considero ogni capo, anche il più semplice, un piccolo o grande capolavoro perché quello che realizziamo è unico, originale e soprattutto fatto a mano come nella tradizione italiana. Nel frattempo tra una lezione e l’altra posso gestirmi il tempo e dedicarlo ai clienti privati che vengono da me per replicare capi che hanno visto in giro oppure pensati e disegnati da se stessi. In molti dei miei corsi fatti in questi anni ho trovato ragazze con la stessa passione che, una volta tornate a casa, replicavano il lavoro fatto in studio con altre stoffe e poi mi portavano il lavoro fatto in totale autonomia. Una grande soddisfazione, vuol dire che il mio insegnamento è stato tramandato bene. Insomma sono molto contenta e felice del mio lavoro, è molto gratificante e lo amo.
3. Come si è avvicinata al mondo dei cosplayers?
Negli anni ho imparato che non esiste solo il settore della moda e del lusso ma anche settori di nicchia dove la sartoria e la creatività la fanno da padroni, uno di questi è il cosplay.Quando ho iniziato, qualche anno fa, a fare costumi per cosplayers, questi erano veramente una nicchia, perlopiù nerd, che si travestivano e interpretavano in tutto e per tutto il loro personaggio dei fumetti preferito.Ora è diventato tutto più commerciale e in ogni manifestazione si cerca di inglobare anche dei cosplayers per fare spettacolo. In realtà non è così, i veri cosplayers hanno delle manifestazioni in tutta Italia, solo ed esclusivamente dedicate.Ci sono persone che credono fermamente ed interpretano i personaggi in maniera quasi maniacale, non sono maschere di carnevale, sono costumi a volte semplici a volte elaboratissimi e complessi.Ad introdurmi in questo mondo è stata mia figlia, patita di fumetti e soprattutto di un personaggio Marvel. Ho cominciato così confezionando il suo abito e in seguito sono diventata io stessa cosplayer .Ora faccio costumi per lei, per me e per i suoi amici.Ad ogni manifestazione cerchiamo sempre di cambiare personaggio e quindi di realizzare sempre qualcosa di diverso ma di straordinario e particolare, proprio per essere ricordate.Attualmente sto lavorando per la prossima manifestazione al Lucca Comics dove interpreteremo i personaggi di Jack e Sally di Nightmare before Christmas. In questo caso per mia figlia, che farà Jack, abbiamo dovuto creare la stoffa perché non l’abbiamo trovata come quella indossata dal personaggio quindi l’abbiamo dipinta realizzando un gessato.Da quella ho fatto il cartamodello di giacca e pantalone e adesso sono in piena lavorazione.Ringraziamo ancora Barbara Carrù per la disponibilità.