Cosa si cela dietro un'opera teatrale
La recitazione è un percorso lungo, che richiede non solo talento, ma tanto studio. A spiegarlo esattamente è Beatrice Meloncelli, 50 anni, nata in provincia di Bergamo. Regista e dramaturg. Laureata in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo a Bologna, esordisce nel teatro recitando in vari spettacoli. Negli anni continua la sua preparazione partecipando a numerosi laboratori teatrali e si specializza in regia teatrale, arrangiamento e riscrittura di testi (dramaturg) con la produzione di vari spettacoli, sia per adulti che per bambini, alcuni vincitori di premi. Educatore e docente teatrale nelle scuole di vario ordine e grado, ha applicato le tecniche di teatroterapia in comunità terapeutiche ed è formatore in corsi di aggiornamento per professionisti in aziende. Ha organizzato e curato la direzione artistica di rassegne teatrali. Dal 2001 fonda, organizza e conduce la scuola di teatro “Teatrando” a Bergamo, rivolta ad adulti, ragazzi e bambini con un centinaio di allievi all'anno e corsi quinquennali. Ha insegnato a più di 7.200 allievi allestendo oltre 80 spettacoli teatrali diversi.
1. Il focus della compagnia Teatrale Le Acque, di Beatrice
Nel 1996 fondò a Bergamo, la compagnia teatrale Le Acque, ed concentrò tutto il lavoro sulla sua personale ricerca di regista e dramaturg. Negli anni rimase la componente stabile della compagnia, mentre gli altri artisti collaborano a singoli progetti. Da sempre Beatrice ci racconta, di sentire un forte legame con il teatro, continuamente la affascina e lega ad esso; crede sia un prezioso strumento di crescita per chi lo fa e per chi lo riceve, un mezzo che non offre certezze o la verità assoluta ma emozioni, immagini, sensazioni, domande, parti di verità. Il teatro è quel mezzo che permette di rispecchiare le varie sfaccettature della vita, per meglio riconoscersi e per progettare una realtà diversa, preferibile a quella presente.
Sin dall'inizio del lavoro di Beatrice, gli spettacoli sono stati tutti incentrati su tematiche sociali. Per lei è fondamentale esplorare l’universo umano, che riflette sui diversi aspetti della personalità e dell’anima per poter arrivare attraverso la conoscenza, alla consapevolezza. Ha anche creato spettacoli per bambini, affrontando un’espressività più magica e colorata, con particolare attenzione all’aspetto educativo pedagogico e al linguaggio, dopo decenni di lavoro nelle scuole. Teatro contemporaneo per sperimentare: in scena il teatro dell’attore, il suo corpo, la sua voce e la sua parola. All'interno della struttura non ci sono stati cambiamenti in questi ultimi anni. Beatrice è una regista teatrale, dramaturg, docente di recitazione, direttore artistico e sono ruoli che svolge in base al progetto che le viene richiesto. Preferisce fare la regista e il dramaturg per la fase di ricerca, studio e creatività. La mansione che svolge principalmente è insegnare teatro, è molto interessante e affascinante, ama stare sempre in contatto con tantissime persone che arricchiscono, con un grande scambio di sensazioni, emozioni, di “vissuto”.
2. Il teatro nasce da una profonda passione
Il profondo amore di Beatrice per il teatro nasce come necessità, una passione che ha voluto ardentemente trasformare in lavoro, nonostante le continue difficoltà sia in ambito economico che nel riconoscimento della figura della teatrante. Artista è colui che crea qualcosa che non esiste e cerca attraverso la sua arte, nel suo caso il teatro, di comunicare qualcosa che nasce in profondità e che solo attraverso quello specifico canale, può esprimere. In questo modo le persone, si possono riconoscere in quella espressione e in questo caso, in uno spettacolo o un percorso teatrale. Dopo tanti anni esercita ancora questa professione perché crede fermamente che il teatro, sia un eccezionale strumento di crescita, di sviluppo del proprio potenziale troppo spesso sopito o non completamente sviluppato. Dona la possibilità attraverso il gioco, di divertirsi, di esprimere se stessi attraverso la creatività, libera dai luoghi comuni e dalle convenzioni. La relazione ed il gioioso confronto con gli altri, facilita rapporti costruttivi ed appaganti, ampliando la capacità critica ed analitica. L'azione catartica del teatro crea liberazione, purificazione dalle passioni, dalle angosce umane comprese, vissute e superate attraverso l’immedesimazione.
3. Quale consiglio darebbe Beatrice a chi si accinge per la prima volta al mondo della recitazione
L'ambiente artistico è molto duro e selettivo, più di altri, serve molta passione, molto studio, un pizzico di fortuna e sicuramente avere talento. Non dimentichiamo l'etica, la professionalità e l'amore, ma questo, vale per tutti i mestieri. Se un lavoro ti riesce “facile” allora vuol dire che è il tuo, nonostante le difficoltà.Abbiamo chiesto a Beatrice, quale suggerimento potesse dare, a tutti coloro che vorrebbero intraprendere questo percorso:“Ai giovani vorrei consigliare di coltivare i propri sogni ma non dimenticando l'arduo percorso”.
4. Che cosa significa per Beatrice lavorare in una compagnia teatrale
Così come in ogni struttura lavorativa, anche una compagnia teatrale deve una sua “piramide gerarchica”. Beatrice ha cercato di riassumere, i ruoli che si celano dietro uno spettacolo: “o sono la componente stabile della compagnia, mentre gli altri artisti collaborano a singoli progetti e le decisioni importanti le prendo da sola, chiaramente questo è un vantaggio in alcuni casi ma in altre circostanze, può essere vincolante”.
5. Che cosa pensa Beatrice del teatro di nuova generazione
Oltre che teatrante, ci dice di esser sempre stata un'appassionata spettatrice. Ha visto una miriade di spettacoli teatrali ma negli ultimi anni, ha ridotto in modo considerevole le sue uscite perché è diventata mamma di due splendidi gemelli. Quindi in questo momento, non può esprimere un'opinione. Ma il teatro di nuova generazione è quello formato dai millennials, quello in cui probabilmente, si ha “maggior libertà di parola”, dove i temi sociali sono sempre più forti.
6. In che modo viene preparata un’opera teatrale?
Dipende da tanti fattori ci spiega Beatrice. Se lavora con attori professionisti o con allievi; se c'è un copione, una sceneggiatura o un'idea da sviluppare; dal genere dell'opera, comico, tradizionale, sperimentale, musical ecc; dal tipo di pubblico adulti o bambini e dall'epoca rappresentata. Come regista avendo realizzato tantissimi spettacoli, ha affrontato quasi tutti i generi, generalmente non ha visioni ma arriva alla realizzazione dell'opera, attraverso vari passaggi che pian piano, le svelano l'insieme. Crede fermamente nell'attore creativo che inventa il proprio personaggio, in base a quello che è e agli strumenti che possiede, per cui difficilmente indica il singolo movimento, ma sicuramente, capisce se è “vero”. In scena non vuole vedere la persona o l'attore che recita ma il personaggio nella sua “verità”. Si rifà al metodo Stanislavkij ma non solo, le interessa ed applica anche il teatro contemporaneo del '900. Capisce quando funziona un passaggio, una musica, un personaggio, un dialogo e questo, è dato dall'esperienza, dalla sensibilità, dal gusto personale, dalla capacità di cogliere il singolo particolare che fa la differenza ma è anche una dote, un sentire oltre l'ordinario della quotidianità.