Oggi Luca tranquilli ci racconta di come è nata la sua passione verso la fotografia e del suo mestiere da fotografo di interni.
Quando e come hai scoperto la fotografia? Raccontaci il tuo primo approccio
Era il 25 aprile del 1985, lo ricordo benissimo perchè fu il giorno della mia prima comunione.
Mio zio mi regalò una macchina fotografica Casio e nel giro di mezz'ora credo di aver consumato 5 rullini da 36 pose di cui il primo andò bruciato perchè, curioso di sapere come funzionasse la macchina, aprii il dorso.
Da quel momento non mi sono più allontanato dalla fotografia, in adolescenza tutti i soldi "guadagnati" in compleanni o piccoli lavoretti andavano in spese per materiale fotografico di vario genere. Per acquistare la mia prima reflex, una Pentax P30T, risparmiai per un anno intero.
Cosa rappresenta per te la fotografia in termini emotivi?
Sinceramente è difficile da spiegare, quando accosti l'occhio al mirino tutto quello che hai intorno scompare, i suoni e le voci si ammutoliscono, rimani solo tu e la scena inquadrata. Anche se sono in compagnia in quel momento, non esiste null'altro che l'immagine nel mirino.
Hai avuto un “maestro”?
Sono un autodidatta completo, ho letto non so quanti manuali e buttato tanta di quella pellicola in prove ed esperimenti che il portafogli ancora si lamenta. Lo stesso è accaduto per la camera oscura. Nel corso degli anni però l'incontro con professionisti in workshop, incontri e chiacchiere a ruota libera mi hanno permesso di apprendere meglio certe tematiche non esclusivamente legate alla
intesa come tecnica ma anche all'
come professione.
Poi con l'avvento di internet le possibilità di incontro, confronto e studio sono aumentate all'infinito.
Qual è il tuo concetto di inquadratura?
Dipende se fotografo per un committente o per piacere personale. Nel primo caso mi attengo rigidamente alla commissione, sono pagato per portare a casa un risultato e questo deve essere, essendo poi specializzato in fotografia immobiliare, architettura, interni e immagini a 360 gradi le inquadrature sono abbastanza "rigide" e imposte, il tipo di fotografia che faccio è molto commerciale e poco interpretativa.
Quando invece fotografo per piacere personale il discorso cambia radicalmente, non ci sono regole da seguire e i risultati da ottenere sono solo vincolati a quello che ho in testa in quel momento.
Visiti mostre di fotografia?
Ogni qualvolta ne ho occasione e non necessariamente legate al mio settore. Mi piace molto la fotografia di reportage e la street photography, molto meno la fotografia concettuale.
Passo anche molto tempo in rete a guardare le gallery di fotografi di tutto il mondo: dal paesaggio allo sport, non fa differenza basta che sia fotografia.
Quali sono tre tipi di inquadrature che sconsigli assolutamente nell’ambito della fotografia di interni?
Anche in questo caso dipende dal tipo di committenza, nell'ambito della fotografia immobiliare reputo del tutto superflue le inquadrature di dettaglio, nel 99% dei casi quella casa sarà completamente ristrutturata e far vedere il dettaglio del rubinetto del lavandino, la maniglia della porta o la tavola imbandita per la colazione a mio avviso non serve a nulla.
Discorso diverso se vieni ingaggiato da un architetto che deve documentare il suo lavoro o devi mettere in risalto il lavoro fatto per una ristrutturazione.
I due aspetti convergono quando lavori nell'ambito dell'home staging, oltre alla foto d'ambiente ti viene chiesta anche la foto di dettaglio, anche se spesso sono fotografie più vicine allo still life che alla foto di interni.
Quali sono, secondo te, gli attrezzi necessari per realizzare un servizio di qualità?
Si dice che la foto non la faccia la macchina ma il fotografo, nel mio settore la qualità degli "attrezzi" che usi - obiettivi in primis - fa la differenza, proprio perchè i tipi di inquadrature sono rigidi e devono seguire delle regole ben precise. Nel mio lavoro quotidiano non posso prescindere da obiettivi grandangolari e decentrabili e dall'uso del treppiede, l'uso della livella a bolla e dello scatto remoto.
Un aspetto che poi considero fondamentale è la pazienza, la pazienza di sistemare al meglio l'ambiente che stai fotografando, la pazienza di aspettare che il sole giri dall'altra parte per avere una luce interna migliore o la facciata dell'edificio meglio illuminata, la pazienza di aspettare che il furgone si sposti da davanti al portone, la pazienza di far capire al committente l'importanza di preparare gli ambienti secondo le tue indicazioni e dargli una mano nel sistemare quello che ritieni fuori posto.
Avere infine una buona tecnica fotografica e saperla adattare alle circostanze ti permette di uscire da situazioni complesse.
Che consigli daresti a chi si approccia per la prima volta alla fotografia di interni?
E' una fotografia talmente particolare che ti deve davvero piacere, non è raro trovarsi anche per diverse ore da solo in una casa a scattare a più riprese gli stessi ambienti con le diverse illuminazioni, a spostare mobili e suppellettili, a cambiare lampadine fulminate, a cercare di eliminare la piega dalla coperta del letto, a combattere con il tuo riflesso in uno specchio o nell'anta lucida del frigorifero o ad entrare nella vasca da bagno per un’inquadratura migliore.Questo tipo di fotografia non l'ho cercata, come tutti i fotografi che iniziano la professione avevo il mito del National Geographic, andare in giro per il mondo a scattare foto ed essere pagato per farlo.Poi la prima volta che mi sono trovato dentro un appartamento mi sono reso conto che mi piaceva girare per le varie stanze, posizionare il treppiede, mettere la macchina in bolla, spostare il cuscino del divano, girare la sedia del tavolo e quindi scattare. Da quel momento ho concentrato le mie forze in questo settore.La fotografia d'interni, a mio personalissimo parere, non ha nulla di artistico, è una fotografia prettamente commerciale che richiede il raggiungimento di un preciso risultato, documentare nella maniera più ampia possibile degli spazi ben definiti.
Ringraziamo Luca per le informazioni e vi invitiamo ad ammirare i suoi lavori sul suo sito www.lucatranquilli.com
Intervista realizzata da ProntoPro.it