Tutto ciò che c'è da sapere sui laghetti da giardino
In questo articolo ci spiegheranno tutto ciò che c'è da sapere sui laghetti da giardino: a partire della loro storia sino ad arrivare fasi di realizzazione.
1. Introduzione storica
La magia dell’acqua in giardino ha radici profonde e abbraccia tutte le civiltà antiche, prova inconfutabile di quanto fosse simbolicamente prezioso questo elemento a ridosso delle pareti domestiche, per evocare e omaggiare le divinità procreatrici o semplicemente per ingentilire gli ambienti e manifestare sfarzo e buon gusto. I resti di laghetti ornamentali sono stati rivenuti negli scavi archeologici dell’antica Mesopotamia, la culla di tutte le civiltà, in Egitto (dove l’acqua assumeva un valore religioso), a Cnosso (Creta), in Grecia (dove, secondo la mitologia, erano ospitate le ninfe) e nei giardini dell’Impero romano, puntellato di piccole e grandi vasche a seconda delle possibilità economiche del committente. I Persiani, addirittura, rappresentavano dei laghetti nei propri tappeti, per “goderne” anche nei mesi più freddi. Oggi il laghetto in giardino rappresenta un punto di relax, tranquillità e placida bellezza al quale sempre più appassionati del verde si rivolgono per caratterizzare la propria oasi.
2. Spazi e realizzazione
Non servono spazi enormi, anzi indipendentemente dalla dimensione del giardino, è possibile realizzare questo elemento di arredo di grande impatto, che più di un’aiuola fiorita o un gazebo cattura l’attenzione delle persone: un angolo in cui spesso flora e fauna si integrano in tutta libertà aumentando il fascino del piccolo specchio d’acqua. È dunque davvero sufficiente un piccolo angolo di giardino, per il più naturale e affascinante tra gli arredi. Progettazione e realizzazione devono tuttavia avvenire con cura. Le fasi principali a livello strutturale consistono nei seguenti passaggi: scavo, stesura del tessuto non tessuto (per evitare danni ai teli), impermeabilizzazione, naturalizzazione delle sponde, sistemazione delle piante ornamentali o fitodepuranti, ottimizzazione dei passaggi delle tubazioni e dell'impianto di pulizia dell'acqua. L'impianto solitamente dovrebbe prevedere almeno una pompa, un ossigenatore, una lampada UV e un filtro. La pompa garantisce il ricircolo e la movimentazione dell'acqua, l'ossigenazione è fondamentale per evitare la formazione algale, così come la lampada UV.E' certamente possibile, se non consigliabile, abbinare la fitodepurazione (peraltro le piante acquatiche garantiscono un gradevole effetto estetico) alla filtrazione artificiale; quest'ultima risulta spesso indispensabile e necessaria, soprattutto in luoghi caldi, quali ad esempio il Sud-Italia: più l'impatto del Sole è intenso, maggiore sarà la possibilità di crescita delle alghe. Al contempo, bisogna tenere presente che, quanto più un lago è profondo, tanto più è facilmente gestibile dal punto di vista della manutenzione: quello che gli esperti chiamano in inglese "lake management". Tuttavia, è ben chiaro che non sempre sia possibile scavare in profondità, ecco perché un filtro si rivela molto spesso l'unica soluzione immediata per ottenere un'acqua limpida, a meno che questa non venga ricambiata in maniera costante, grazie a una fonte esterna.
3. Consigli
Perché il progetto arrivi a buon fine, è necessario rivolgersi agli esperti del settore. L’acqua infatti è un elemento naturale potente e incontrollabile, che va conosciuto e “domato” per evitare spiacevoli conseguenze, come quella per cui il nostro sognato laghetto diventa in poco tempo una malsana pozza fangosa o, al contrario, una landa desertica. Essenziale è individuare con cura la posizione: una buona ubicazione del laghetto è il primo passo per non avere brutte sorprese, specie durante la manutenzione (e in generale per la cura). Scegliete attentamente le piante che volete inserire, sia per l’interno che quelle che circonderanno l’area, lambendo lo specchio d’acqua, considerando nelle vostre valutazioni anche quelle già esistenti. Non sempre la simbiosi con tutte le tipologie di piante è possibile e felice. Lo stesso vale per i pesci e gli animali. Va ricordato che le carpe koi, i cani di grossa taglia e le tartarughe possono generare sporcizia, dunque se un laghetto è arricchito dalla presenza dei nostri amici animali, si dovrà considerare di arrivare anche a raddoppiare o persino triplicare la potenza filtrante. Il vostro laghetto deve poter usufruire di luce e ombra in misura equilibrata. Dannosi sia il troppo Sole sia la sua assenza. Valutate anche qui, meglio con gli esperti, disegnando il progetto, la profondità, le pendenze e le zone (di superficie, mediana, di profondità, tutte essenziali per l’equilibrio dell’ecosistema che state creando).Un esempio di naturalizzazione delle sponde si trova nel disegno (allegato).Uno schema di questo tipo permette l'entrata e l'uscita degli animali senza danni, nonché una buona protezione sulle sponde per i teli impermeabili, che non restano esposti ai raggi UV. Esistono infatti vasche in diversi materiali ed anche plastici prefabbricati, tuttavia per un biotipo progettato secondo la vostra fantasia, le vasche realizzate con i teli impermeabili sono particolarmente indicate, oltre che vantaggiose nel rapporto facilità di costruzione/costi. I teli devono essere rigorosamente atossici; i due più utilizzati in questo ambito sono materiali plastici e gommosi quali sono rispettivamente il PVC e l'EPDM. Infine, l'elemento essenziale: l’acqua! A differenza di quanto si immagini, quella piovana non è la più indicata. Occorre un’acqua ricca di ossigeno, come ad esempio quella del rubinetto, purché “preparata” (come si fa per gli acquari) per ridurre gli effetti del cloro. Si ricorda che le piante non gradiscono una forte presenza di cloro, inoltre il cloro in alto dosaggio può deteriorare l'impermeabilizzazione, dunque meglio evitarlo: i laghetti artificiali non sono una piscina. L'ultimo consiglio fondamentale è infatti quello di decidere a priori l'utilizzo e la funzione principale del proprio laghetto: un lago ornamentale dedicato alle carpe koi, per esempio, raramente ha le stesse esigenze di un biolago balneabile, sotto tutti i punti di vista, così come una biopiscina e un biolago devono essere progettati seguendo criteri differenti. Non pensate dunque di provare a spendere poco per un laghetto, per poi trasformarlo in una piscina naturale, in un secondo momento: molto probabilmente vi rendereste conto che il lavoro sarebbe da rifare da zero. Si ringrazia Il Dott. Davide Benza e vi invitiamo a visitare il suo sito per avere maggiori informazioni.