Sperimentare, il segreto per avere successo con la fotografia

Abbiamo intervistato per voi il fotografo Maurizio Badolato che ci ha raccontato della sua passione per la fotografia.

Philadelphia2015

"Stavo seguendo una delegazione dei Cavalieri di Malta a Philadelphia ma me ne sono fregato e mi sono buttato per terra tra gli zampilli per fare questo scatto a una adorabile bimba di colore che stava godendo tra gli schizzi d’acqua.

Mi sono ripresentato alla delegazione zuppo ma soddisfatto!"

Da cosa è nato il tuo interesse per la fotografia?

Nasce in tempi lontani, avevo 9 anni quando mi capitò in mano la mia prima foto, era uno scatto che  feci a mia madre 6 anni prima, alle elementari ero un bambino taciturno che si esprimeva più col disegno che con la parola,  beh, quella foto era un doppio scatto sullo stesso fotogramma,  infatti la Bencini che mamma mi regalò appunto sei anni prima non aveva il blocco dell’otturatore tra uno scatto e l’altro e per farla breve, fui folgorato dall’effetto di quella doppia immagine, mi si scatenò in testa l’inferno, potevo disegnare con quell’aggeggio!!!  Ancora conservo gelosamente la mia “numero uno” (foto sotto), ogni tanto la guardo e mi chiedo se mai riproverò la stessa folgorante emozione nel rivedere i miei scatti.

Numero uno

Secondo te quali sono 3 regole auree per un fotografo, se vuole creare un sito personale di qualità?

La curiosità al primo posto, la voglia di scoprire nuovi modi di vedere la realtà, in fondo è uno stile di vita, questo fa altresì in modo che non ci stanchiamo mai di vedere lo stesso posto, perché ogni volta lo si può guardare con occhi diversi, in effetti siamo noi che cambiando dentro vediamo con un’impronta nuova le cose…

L’umiltà al secondo posto, l’estro è personale d’accordo, ma riguardo la tecnica non esistono Dei della fotografia, personalmente non inventiamo nulla, ognuno di noi è indottrinato da altri, è così che questo linguaggio si è evoluto e continua ad evolvere. Si perché si tratta di vero e proprio linguaggio: Al tempo stesso, nonostante sia fortemente contemporaneo fare click e quotidianamente si caricano miliardi di foto in rete, il modo di comunicare tramite immagini appartiene alla preistoria, forse antecedente alla favella, le scene di caccia incise nelle grotte dell’età della pietra ne sono un ancestrale esempio.

Terza regola l’amore per il soggetto! Più ami, inteso come passione per ciò o per chi fotografi, più il risultato sarà efficace e vincente. Devi voler bene al tuo scatto, girargli intorno prima di fare click, osservarlo da ogni lato, saper aspettare, guardarlo col cuore, desiderare il suo lato migliore… Se poi  il soggetto è una persona allora questo lo sentirà, e lasciandosi andare ti darà il meglio, è li che insieme sentirete nascere un feeling, quello che io amo chiamare IL LATO UMANO DELLA FOTOGRAFIA! La fotocamera non deve interporsi come un muro tra i due, ma è quasi un “c’è e non c’è”.

Quale consiglio daresti ad un giovane che vuole approfondire questo tipo di arte?

Appassionatevi, la foto non si fa con i tanti bottoni che le case costruttrici mettono sui corpi macchina, si fa con la passione. Come diceva il grande Henry Cartier-Bresson “Fotografare è mettere sulla stessa linea di mira l’occhio, la testa e il cuore, fotografare è un modo di vivere”

Ai giovani dico, e lo faccio anche con i ragazzi che fanno i corsi da me:

Oggi siamo tutti un po’ fotografi, ma se vuoi diventarlo per lavoro allora tira fuori te stesso e non imitare, quello lo fai già comprando una macchinetta come fanno tutti al mondo; le foto degli altri vanno apprezzate, rispettate, ma non imitate, perché a voi stessi per primi non daranno la soddisfazione che meritate; e poi Sperimentate, fate tanti scatti e vivete la macchina come un’appendice del vostro corpo, non pensate mai prima a cosa potreste guadagnare, quello viene dopo, molto dopo… Se imparerete questo diventerete fotografi di professione quasi senza accorgervi… E vi garantisco che lavorativamente parlando non c’è niente di più bello del fare il lavoro che ami!

Quali sono i settori in cui eserciti la tua professione?

Negli anni ho fotografato un po’ di tutto, dal reportage naturalistico al direttore della fotografia per documentari, dalle cerimonie alla foto pubblicitaria, dai matrimoni in America ai funerali in Giappone, calendari e mostre, la politica, lo sport, i concerti, lo still-life…

Ma quello che amo di più in assoluto, è quando posso concedermi una vacanza, le prime due cose da portarmi dietro sono mio figlio e la mia Canon col  50mm fisso, poi se scordo di mettere in valigia le mutande non mi importa praticamente nulla…

Ringraziamo Maurizio per l'intervista concessa a ProntoPro. Scoprite di più su www.goldfoto.it

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