Lavorare come fotografo d’interni
L’ambito della fotografia d’interni diventa sempre più importante per conferire ad ogni genere di spazio bellezza, semplicità ed eleganza. Per questo motivo, abbiamo deciso di parlare in maniera più approfondita dell’argomento con un vero esperto del settore, il signor Bonucci. Come prima domanda abbiamo chiesto al signor Bonucci di indicarci le richieste più comuni avanzate dai suoi clienti. Il nostro fotografo ha subito sottolineato che al giorno d’oggi i clienti non esigono più soltanto un buon lavoro, ma insistono per contenere i prezzi riportati sui preventivi, in modo da rientrare nel cosiddetto “budget a disposizione”. Al di là di queste esigenze di risparmio ed ottimizzazione del budget, l’esperto ci ha rivelato che fortunatamente non ha mai ricevuto richieste bizzarre, anche se molto spesso i clienti non conoscono l’effettivo funzionamento della macchina fotografica, ben diverso da quello dell’occhio umano, e perciò possono pretendere riprese letteralmente impossibili da effettuare con un obiettivo di qualsiasi tipo. Successivamente, abbiamo cercato di fare chiarezza sulla sua area di competenza, chiedendogli quali sono le differenze tecniche e professionali tra un fotografo di eventi e matrimoni ed un fotografo d’interni, il quale opera principalmente nell’ambito del design, dell’arredamento e dell’architettura. “Molto semplicemente” dice il signor Bonucci “il primo professionista fotografa ciò che accade in diversi contesti; io, invece, devo creare le condizioni ottimali per fotografare, sia dal punto di vista della luce, sia dello styling”. Infine, l’ultima domanda che abbiamo posto all’esperto riguarda i possibili consigli da dare ad un giovane professionista che si appresta a fare fotografia d’interni.
La prima raccomandazione dell’esperto è quella di lavorare con tanta umiltà, mettendosi in discussione ad ogni servizio e cercando sempre di migliorare secondo la regola d’oro del “ciò che è valido oggi, potrebbe non esserlo domani”. Inoltre, l’affiancamento ad un professionista è un buon modo per imparare tanto e rapidamente. Una volta, infatti, si faceva il cosiddetto assistentato, lavorando perfino a titolo gratuito con il solo scopo d’imparare il mestiere. Studiare è comunque la parola chiave per migliorarsi: non si diventa fotografi dopo aver frequentato un semplice corso di fotografia. Inoltre, non bisogna focalizzarsi solo sulle attrezzature, sugli obiettivi e sui pixel ma cercare di arricchire concretamente la propria cultura visuale, osservando quotidianamente le opere d’arte e la loro composizione. Una volta ottenuto il primo ingaggio, tra l’altro, non è mai il caso d’esaltarsi, poiché potrebbe anche essere l’ultimo. Il signor Bonucci, a tal proposito, conclude la sua intervista con un aneddoto molto significativo: “ Un grande fotografo a cui ho fatto per anni l’assistente, mi diceva sempre: quando si ripone l’attrezzatura da quel momento siamo disoccupati!”.