La riscoperta delle origini, perché l'artigianato è un'opportunità da sfruttare

La riscoperta delle origini, perché l'artigianato è un'opportunità da sfruttare

Come fa a sopravvivere l’artigianato in un mondo industrializzato come il nostro?

L'Artigianato, tra i primi mestieri che l’uomo ha imparato e tramandato, ha affrontato più di 2 millenni di cambiamenti e rivoluzioni politico-culturali e non sarà certo fermato dall'industrializzazione, dalla globalizzazione o dalla digitalizzazione odierna.

L'artigianato-Italiano poi, è tra i più antichi e rinomati nel Mondo proprio per le sue caratteristiche di “bello e ben fatto”, ha una storia da far invida a imperi e nazioni, qualcosa che va ben oltre un semplice lavoro, perché da sempre è parte stessa del tessuto sociale di ogni città e paese, di cui è stato anche il principale motore economico e commerciale. Inutile negarlo, la situazione è molto critica. Se guardiamo la storia, ci possiamo rendere conto che la realtà del problema deriva soprattutto alla difficolta di cambiamento verso nuovi paradigmi economico-commerciali, di cui l’artigiano, questa volta, non ha né gli strumenti di valutazione per comprendere, né tanto meno le competenze per farne parte. I più colpiti in tutto questo, sono in assoluto gli appartenenti all’artigianato artistico e tradizionale, di età superiore ai 50 anni, con piccole attività familiari, incapaci di comprendere a pieno il cambiamento e/o impossibilitati ad investire nello stesso in modo adeguato. I nuovi strumenti infatti, necessitano di molte competenze specifiche, dalla conoscenza di più lingue, al marketing, fino ad una buona cultura generale; tante capacità che possono essere integrate solo attraverso l’inserimento in azienda di più figure competenti.

Quindi?  Non c’è speranza per i più piccoli? Sono spacciati? La risposta fortunatamente è NO, per quanto impegnativo, ci sono ancora molte possibilità per il nostro artigianato, sempre a patto che sappia far squadra ed evolversi come sempre ha fatto.

L’artigianato è, tutt’oggi, in grado di competere con molti prodotti industriali, è superiore in qualità, bellezza, resistenza e personalizzazione; la richiesta c’è ed è globale, soprattutto se parliamo di alcune categorie di alta qualità, come le scarpe, gli abiti, gli accessori, le borse, i gioielli, etc., che sappiamo essere ricercati come pochi nel Mondo.

Ma come fare? Perché solo in pochi ottengono risultati importanti? Partiamo dal presupposto che bisogna accantonare l’individualismo dilagante nel nostro paese e fare invece squadra comune per affrontare mercati così grandi e diversi in tutto il Mondo. Solo partendo da questo presupposto, a mio parere, i problemi sono realmente affrontabili. Quando parliamo di usare il web per promuovere e vendere, di fatto, non stiamo parlando di un semplice sito o di un e-commerce che abilitano l’artigiano ma di qualcosa che è molto più complesso, nella realizzazione, nei costi, nella gestione e nella burocrazia di tutti i suoi aspetti.

Avere un proprio sito è importante: presentarsi al pubblico in modo adeguato, raccontare il proprio lavoro, vendere i propri prodotti con l’e-commerce, è requisito sempre più indispensabile ma che al tempo stesso, in un mondo virtuale affollato di informazioni, rischia, senza i giusti investimenti, di non dare i risultati attesi, rivelandosi spesso un costo più che uno strumento per fare utili.

I costi per avere un negozio on-line, infatti, non son bassi, è qui che si arriva ad un bivio, i grandi, quelli forti sul mercato o ben strutturati, sono in grado di investire in modo serio, coprendo tutti i ruoli necessari ad ottenere risultati. I piccoli invece non sono economicamente in grado di sostenere le spese necessarie all’avvio di una vera attività online.

Stiamo parlando di qualcosa di inaccessibile in termini di costo, per un artigiano; anche perché i risultati di tale lavoro non sono quasi mai immediati e spesso richiedono molti mesi prima di iniziare a rendere. Quindi, in soldoni, parliamo di investimenti in strumenti e personale, per mesi, senza un adeguato ritorno. Una mossa poco comprensibile per chi eccelle in una professione che nulla ha a che fare con tecnologie digitali, marketing e comunicazione ed era abituato ad una fama locale, dalla quale otteneva risposte immediate.

Eppure la soluzione c’è, è più semplice di quanto si creda ed è quella di fare squadra ed aggregarsi. Bisogna essere oggettivi, il sito aziendale non basta, è importante, anzi necessario, ma è semplicemente il posto dove, il possibile cliente, andrà a dare un’occhiata per conoscere meglio l’artigiano e le sue qualità; dovrà avere quantomeno la lingua inglese, oltre quella italiana, e sarà l’immagine dell’attività sul web ma il luogo in cui i clienti faranno i propri acquisti, saranno sempre più le piattaforme di aggregazione.

Concretamente, gli aggregatori, sono gli unici che possono rispondere concretamente a tutte le esigenze sopra elencate parliamo di portali web che raccolgono e aggregano, tipologie affini di produttori, svolgendo per loro la maggior parte dei ruoli.

Personalmente, quando ho pensato e ideato Madeinitalyfor.me, nel 2012, il punto di partenza è stato proprio questo, salvaguardare la categoria dei maestri artigiani italiani, offrendo loro le conoscenze ed il sapere universitario sulle nuove tecnologie, su social, marketing e web, attraverso un aggregatore, realizzato e gestito da giovani laureati e specializzati

.All’artigiano rimane comunque il compito, non semplice, di adattarsi alla nuova società, ai nuovi bisogni ed ai nuovi gusti ed interessi delle persone. Il web non abilita prodotti invendibili e rimane indiscusso che per quanto attraverso il web-marketing. Se gli artigiani sapranno intercettare questo mercato, aggregarsi e sfruttare le tecnologie digitali, a loro spetterà una fetta molto importante di questo immenso mercato, quella dei rivestimenti e delle cover degli oggetti intelligenti che porterebbero la categoria ad una nuova rinascita artigiana.

Ringraziamo per la disponibilità Armando Salerno Mele responsabile di https://www.madeinitalyfor.me

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