In questo articolo vedremo quali sono le fasi e gli elementi che si devono prendere in considerazione quando si prepara un progetto architettonico.
Come è nata la sua attività ?
La mia passione per l’ architettura è nata attraverso le immagini delle Architetture di Frank Lloyd Wright, l’ organicità formale delle sue opere, a mio avviso sono l’anello di congiunzione tra il prodotto naturale e il prodotto artificiale, il ponte che congiunge le due rive del sapere .Altro elemento che ha consolidato la scelta di iscrivermi alla facoltà di Architettura fu la lettura del libro di Bruno Zevi “ Saper vedere l’architettura “. Lettura, a mio avviso , fondamentale per i neofiti in quanto invita a pensare l’ architettura come risultato di una sottrazione di volumi.L’ architettura deve essere apprezzata e percepita non tanto per le sue masse tangibili fisicamente, ma per il risultato spaziale che si crea attraverso le sue interruzioni di materia.Il prodotto dell’architettura non è la fisicità delle sue masse, ma la spiritualità dei suoi spazi.Fare l’ architetto è un lavoro di sottrazione di volume come lo scultore sottrae materia dal monolite per ricavare una statua, così l’architetto sottrae porzioni di spazio per creare altro spazio antropizzabile e fruibile dall' uomo.
Quali sono le fasi della progettazione architettonica?
Non penso che esista una metodologia univoca per tutti i progetti, penso piuttosto che ogni progetto contenga in sé una sua metodologia di approccio.La prima fase è l’ analisi e la conoscenza del luogo, se è possibile percepire il “Genius Loci “ ovvero lo spirito del luogo ,più che le sue caratteristiche formali.Successivamente trovare i punti di giunzione tra le attitudini dell’ area, in cui andrà ad insistere il progetto, e le aspettative del committente che innesca il processo di costruzione .La figura del committente è molto importante, in quanto il progetto è figlio di una pluralità di soggetti che vi intervengono e se il committente è una figura culturalmente preparata e organizzata le probabilità di successo si elevano enormemente.L’ architetto può essere paragonato al direttore d’ orchestra, il quale ha il compito di dirigere e coordinare figure tecniche che spesso neanche si conoscono per ottenere un unico risultato armonico e corrispondente ad aspettative economiche ed esigenziali del committente, e rispondente ad un apparato normativo che la società nella figura della Pubblica Amministrazione ha imposto per tutelare l’ ambiente pubblico.Penso che nel nostro mestiere di fatto non esiste il progetto ad uso privato, ogni progetto ha una sua emergenza di carattere pubblico che deve essere rispettato, costruiamo edifici che rimarranno per molti anni che saranno vissuti da molte generazioni, quindi non possiamo ragionare in termini privatistici ma sempre in termini di beni socialmente e integralmente pubblici.
Nella fase di realizzazione dei lavori il progetto già delineato in passato può evolversi o resta statico?
Proprio per la sua natura altamente sociale, il progetto deve essere inteso come realtà aperta e soggetta a modifiche.Un buon progetto deve essere concepito per offrire flessibilità di reinterpretazione dei suoi spazi interni a seconda dei mutamenti esigenziali e prestazionali dei suoi utenti finali.Di fronte ad un mercato immobiliare come quello italiano caratterizzato da una alta frammentazione della proprietà gli edifici sono destinati a essere parte dell’ ambiente urbano per moltissimi anni e devono essere in grado di poter offrire un grado molto alto di flessibilità in termini di riutilizzo degli spazi interni e di modifica degli usi, quindi il predisporre, già in fase di progettazione, sub componenti facilmente sostituibili e reintegrabili fa si che l’investimento necessario sia tutelato nel tempo.Penso che di fronte ad una società altamente flessibile e mutevole negli usi, si debba rispondere con architetture volte alla leggerezza e alla mutevolezza capaci di ricreare nuove opportunità di socialità con costi controllati e contenuti.